A Vallerano grande festa, tutti festeggiano, grandi e piccini perché l’albero del pane, o meglio il castagno è tornato a donare i suoi frutti. Nei boschi, sotto i castagneti è tornata la vita, si ride, si canta, i ricci cadono sulla terra bruna e ne sgusciano le castagne nuove, umide e brillanti. La lotta contro il Cinipide Galligeno, la terribile vespa nera cinese dalle zampe gialle, che ha colpito in Italia 780.000 ettari di boschi di castagno, forse è vinta. Arrivata per la prima volta in Piemonte nel 2002 punge le gemme della pianta per depositare le sue uova, i tessuti si ingrossano formando delle galle, una pianta può arrivare ad esserne ricoperta anche da 500.000, poi nei mesi di giugno e luglio da queste galle sfarfallano nuove vespe che depositano ancora uova sulle gemme. Ma il castagno non muore, combatte, diventa trasparente, lo sviluppo vegetativo rallenta, il legno non cresce più, ma lui attende che l’uomo che ha sfamato per secoli nei momenti di carestia, lo curi e gli ridia la vita.
Nei miei ricordi le castagne sono autunno, sono la pioggia che scende sui vetri, ma anche gite in campagna, ricci che pungono, mani scottate, e anche torta di compleanno…
Domenica allora, in cerca di ricordi e di sensazioni antiche ho accettato l’invito di Elisabetta Castiglioni e del dr. Giovanni Narduzzi Presidente dell’Associazione Amici della Castagna e sono andata a Vallerano a conoscere la sua Castagna D.O.P..
Vallerano si trova in provincia di Viterbo alla falda sud-orientale del monte Cimino. Tra folti castagneti e noccioleti si apre il piccolo paese, un pittoresco borgo medievale recinto a tratti da mura turrite e delimitato a nord da un profondo vallone dove scorre il rio Ferriera, un affluente del Tevere.
Di origine etrusca ebbe alterne vicende essendo più volte possesso della Chiesa, feudo dei Prefetti di Vico, soggetto a Viterbo, agli Orsini, ai Borgia e ai Farnese, all’Ospedale Santo Spirito in Sassia e poi, nel 1870 entrò a far parte del Regno d’Italia.
Assolutamente da visitare a Vallerano è il Santuario di Maria SS.ma del Ruscello dei Donatori di Sangue
edificato dopo il miracolo della lacrimazione del 1604 su disegno del Vignola, dove è conservato l’organo monumentale barocco di Burzi, Alari, Ercoli e Priori, il secondo per grandezza in tutta Italia, suonato da Georg Friedrich Händel nel 1750.
La castagna, che un tempo sfamava intere famiglie per 4 mesi l’anno è ricca di carboidrati, fibre, proteine vegetali, potassio, ferro e vitamine del gruppo B ed è indicata in caso di anemia e stanchezza psicofisica.
La Castagna di Vallerano è un frutto dalle caratteristiche particolari infatti ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta il 7 Aprile 2009. I terreni di origine vulcanica ad un’altitudine di 400-500 metri s.l.m., il clima, la selezione effettuata nel tempo di ecotipi adatti al luogo, ma anche delle tecniche colturali permettono di produrre una castagna dal sapore dolce, dalla polpa bianca e croccante, resistente alla cottura.
La Castagna di Vallerano D.O.P. si riconosce per il suo sottile pericarpo bruno-rossiccio facilmente distaccabile e per l’episperma color camoscio. I castagneti di Vallerano occupano una superficie di 635 ettari, fanno parte della tradizione agricola del luogo e sono sempre stati una fonte di reddito per gli agricoltori,
le castagne si possono gustare bollite con semi di finocchio o alloro, oppure arrostite, cotte diventano più dolci e digeribili perché parte dell’amido si trasforma in zuccheri semplici.
Dal 10 ottobre al 1° novembre per 4 fine settimana accompagnati da una guida dell’Associazione Amici della Castagna, dopo una visita al centro storico per scoprirne le bellezze
si potrà visitare un castagnificio
per vedere le moderne tecniche di lavorazione di quelle che i Greci chiamavano “ghiande di Giove”
poi pranzare in una delle caratteristiche cantine di tufo dove un tempo venivano conservate le castagne e il vino.
A Vallerano lontani dalla frenesia cittadina si vive bene e si mangia meglio. I piatti sono semplici ma gustosi, da assaggiare non solo quelli in cui la castagna è regina ma anche le fricciolose delle crepes molto sottili con il pecorino, oppure la pasta che ogni donna di Vallerano impasta con solo acqua e farina i ggulitonni, poi il tipico pane con i ciccioli di maiale il bbangarucci.
La Festa della Castagna si svolge ogni anno ed è giunta alla XIV edizione, tanti sono gli eventi: cortei storici, esibizioni di gruppi folkloristici, mostre di pittura, evoluzioni di falchi e poiane e poi sulla Piazza caldarroste per tutti.
Insomma se si vuole trascorrere una giornata diversa all’insegna del gusto e della tradizione basta andare a Vallerano, se non altro per gustare il primo dolce di castagne della storia, il Castagnaccio.
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