Ma è quando scende la sera che Matera si fa anche più bella e misteriosa. Al visitatore incredulo ed estasiato appare come un suggestivo labirinto fatto di strade ripide e tortuose che sembrano invitarlo a scendere giù, sempre più giù, attraverso strette viuzze, piccole scale, accanto alle bianche case scavate nella roccia viva.
Ed è proprio quando scende la sera e il buio tutto avvolge, che occorre riposare, fermarsi per conoscere anche i sapori di una città così antica e tormentata.
A pochi passi da piazza Sedile, quella che nel XIV secolo era conosciuta come piazza Maggiore, cuore pulsante della città con il mercato, le botteghe, le concerie e le prigioni, si trova la Gatta Buja.
Piccolo ristorante, che, come spesso si dice in Italia, solo il luogo merita una visita. Splendide le sale che si susseguono una dentro l’altra: suggestive grotte scavate nella roccia tenera.
Servizio informale e garbato, cucina a vista affidata allo chef Gianni Clemente, inaspettatamente dotato di quel pizzico di modestia che oggi spesso manca nel mondo della ristorazione. Una confessata e sconfinata ammirazione per l’Antonino nazionale e il sogno nel cassetto di aprire, un giorno, un piccolo ristorante dove liberare le briglie ed esprimere la sua creatività.
Piatti curati nei dettagli che hanno il sapore della tradizione materana, ma la leggerezza della modernità. Insomma una cucina destinata negli anni a raggiungere il massimo della sua espressione.
Come antipasto gli immancabili Peperoni cruschi e la Crema di cicerchie e bietole.
Di grande leggerezza il ragù di agnello delle Dolomiti Lucane che accompagna i maltagliati.
Poi il Filetto di maialino ingentilito dal tocco dolce e acidulo delle prugne.
Infine il pane di Matera per racchiudere una crema di ricotta aromatizzata dalla buccia d’arancia candita.
Una carta dei vini ragionata che dà grande spazio alle eccellenze del territorio.
A Sasso Barisano, antico rione, si trova La Talpa, oggi caratteristico ristorante, un tempo casa rurale scavata nel tufo.
Luogo suggestivo, gli utensili appesi alle pareti sono l’affresco di una povera civiltà contadina.
Un viaggio nel tempo, in una vita spesso fatta solo di miseria, fatica e lavoro.
A La Talpa un servizio semplice e discreto accompagna l’ospite in un viaggio di conoscenza dei piatti tipici della cucina lucana.
Giovane è lo chef, Biagio Cicirelli, sguardo fiero e tenebroso degli uomini del sud. Due sogni nel cassetto: uno stage all’Osteria Francescana e un piccolo ristorante tutto suo.
Una cucina del territorio che si esprime con sapori incisivi e intensi, una successione dei grandi classici della tradizione lucana.
Immancabili i peperoni
Sublime la crema di cicerchie.
Le orecchiette con la mollica fritta di pane materano.
Le polpette, morbidissime e saporite.
Infine un trionfo di carne tenerissima.
Buon assortimento dei vini, in cantina il miglior Aglianico della regione.
Che ricordi!
Sì Stefania, bello tutto!