
Là dove si produce “l’oro del Garda”, sulle tre sponde: veronese, bresciana e trentina, le piante sono povere di olive. Si prevede un annus horribilis con la perdita della produzione di circa l’80%.
Quella che viene definita la riviera degli olivi è stata colpita duramente da una lunga serie di eventi metereologici nefasti. Nel mese di maggio la pioggia è caduta copiosamente, ma la grande quantità non ha permesso ai nutrienti di essere assorbita dalle piante. In seguito, le alte temperature hanno bruciato i fiori e il forte vento ha fatto cadere buona parte delle olive. Quelle rimaste sono state attaccate dalla mosca olearia.
Il grido di allarme è stato lanciato dalla d.ssa Laura Turri, Presidente del Consorzio Garda DOP, che rappresenta 451 olivicoltori, 24 molitori e 72 imbottigliatori soci del Consorzio, che coltivano 663 ettari con 202.854 olivi iscritti al marchio DOP.
La stima esatta delle perdite potrà essere fatta solo al termine della raccolta che inizierà alla fine del mese di ottobre. Lo scorso anno sono stati prodotti 413.200 litri di olio Garda DOP, per un valore di 15 milioni di euro.
La causa di questa calamità è riconducibile al cambiamento climatico, occorrono quindi finanziamenti da destinare alla ricerca per salvare l’olivicoltura in Italia con le sue 538 cultivar, che rappresentano un patrimonio genetico ineguagliabile.
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