Elisabetta Traldi, un sorriso dolce e accogliente che nasconde una personalità forte, tenace, intelligente. Un’imprenditrice italiana che ha scelto di non apparire ma, salda, avanza al timone delle sue Aziende.
Figlia della buona borghesia romana ha deciso di continuare nonostante tutto. Un tutto fatto anche di avversità che non rivela ma che inevitabilmente affiorano e poi si dileguano mentre racconta il suo olio.
L’olio che oggi è di sua figlia Francesca. Quella Francesca che è sempre nella mente e nell’anima, perché Elisabetta Traldi è così: cuore e lavoro.
Vuole descrivermi la vostra azienda in poche parole?
L’Azienda si compone di 150 ettari di terreno acquistati da mio padre nel 1960. Era un industriale, il creatore della ceramica Tintoretto e collaboratore della Ceramica Ragno, molto impegnato nel suo lavoro e quindi io, fin da giovanissima, avevo iniziato ad affiancarlo anche nella conduzione della tenuta. Ventitré ettari di oliveto, per il resto pascolo e coltivazione di orzo, grano, granoturco ed erba medica. Oggi la gestione è passata a mia figlia Francesca che produce tre oli.
Athos un blend di Frantoio e Moraiolo, Elektia un blend di Frantoio, Moraiolo, Canino, Leccino e Pendolino ed Eximius monovarietale di Caninese.
Suo padre Angelo industriale, ma anche agricoltore, perché questa scelta?
Per una promessa fatta a se stesso durante la guerra, quando, per poter mangiare, era stato costretto a vendere tutto ciò che possedeva. Vedendo che chi viveva in campagna riusciva sempre a mangiare, promise a se stesso, che appena avesse avuto il denaro necessario avrebbe acquistato della terra per far sì che lui e la sua famiglia non avrebbero più dovuto soffrire la fame.
Quando passeggia nei suoi oliveti quali sensazioni prova?
Ripenso alla mia famiglia, alle parole di mio padre: “Quando si ama veramente la terra in essa si possono trovare le proprie radici. Quando sono stanco, frastornato dalla vita frenetica e dal lavoro, mi rifugio qui e toccando le piante provo benessere”.
Anche per lei oggi è così?
Sì! E ’così anche per me.
L’olivo è una pianta amante della luce e del sole, risparmiatrice, resistente alle avversità, cosa avete in comune?
Sono un’amante della luce e del sole e sono anche resistente alle avversità. Nella mia vita ho fatto fatica, pur provenendo da una famiglia privilegiata.
L’Azienda Traldi produce tre oli, qual è quello che ama di più?
Eximius il Caninese, una varietà autoctona della Tuscia. E’ lui l’olio del mio cuore. Alla sua produzione dedichiamo la massima attenzione, ma come a tutti i nostri oli. E’ una cultivar resistente ai parassiti e alle malattie, ma non ha una grande resa, le drupe sono piccole si staccano con difficoltà. L’olio che si produce però è fantastico, è unico.
Che tipo di raccolta effettuate?
Una raccolta meccanizzata, generalmente incominciamo i primi di ottobre quando le drupe cominciano l’invaiatura. Le varie cultivar però non maturano tutte nello stesso momento. La Caninese matura più tardi rispetto a Frantoio e Moraiolo. Quest’anno utilizzeremo, oltre agli altri, un macchinario di nuova generazione che fa sì che le olive, durante la raccolta, vengano battute pochissimo. Abbiamo anche nuovi trattori, nuove forche e uno svolgiteli.
I vostri oli hanno ricevuto sempre, negli anni, grandi riconoscimenti, qual’è il segreto?
Le nostre piante sono curate e seguite meticolosamente, la raccolta viene effettuata nel periodo giusto per ogni varietà. Le drupe subito dopo la raccolta vengono poste in piccoli contenitori e conservate in ambiente refrigerato. Subito dopo partono per il frantoio dove la molitura viene eseguita con i migliori macchinari e con tutti gli accorgimenti mirati ad ottenere un prodotto di grande qualità. Questo permette ai nostri oli di ricevere, ogni anno, i massimi riconoscimenti italiani e internazionali. Il nostro Athos, in particolare, ha ricevuto, tra gli altri, il premio “Best in class Flos Olei 2019, forse il riconoscimento mondiale più ambito.
Che tipo di potatura eseguite? Oggi molti olivicoltori lamentano la mancanza di personale specializzato, voi a chi vi affidate?
Noi ci affidiamo a Daniele Mereu, la nostra potatura è in linea di massima a vaso policonico, dico in linea di massima perché, come mi dice sempre Daniele: “Le piante non possono essere potate tutte nello stesso modo, ma ogni pianta “chiede” ciò di cui, in quel momento, ha bisogno. Se si sbaglia non si raccolgono le olive”.
Allora mi racconti, chi è Daniele Mereu?
Ho conosciuto il papà di Daniele prima che lui nascesse. Lavorava per noi, era un pastore arrivato dalla Sardegna. Poi qualche anno fa Daniele stesso ci ha offerto la sua collaborazione, ed io, conoscendo la famiglia, ho deciso di accoglierlo e non ho fatto male. Daniele, pur essendo giovane, è attento, capace e preparato, poi è disponibilissimo, affezionato e serio, in grado di non scambiare la nostra disponibilità per debolezza. Ha un carattere un po’ chiuso e ombroso e a volte si lascia trascinare dalle emozioni. Lo riconosce anche lui e attribuisce questo lato del suo carattere ad un suo vissuto che l’ha segnato. Io lo so e comprendo perché è persona veramente meritevole. E’ responsabile della raccolta, è un trattorista e un ottimo potatore stimato e apprezzato, non solo da noi, ma anche nella zona, dove partecipa a gare di potatura.
Il 63% degli oliveti in Italia ha più di 50 anni, Francesca ha qualche nuovo progetto?
Sì! Ha da poco impiantato dieci ettari di nuovi olivi. Nocellara del Belice, Itrana e qualche pianta di Ravece e Verzola. La Nocellara non è una cultivar della zona, vogliamo fare una sorta di sperimentazione e vedere come questa varietà si sviluppa in questo territorio. Inoltre, l’abbiamo scelta perché quasi tutto il nostro olio è un fruttato medio intenso e una grandissima fetta di mercato richiede un olio più morbido, anche se devo dire che lentamente i gusti stanno cambiando.
L’elaiogastronomia abbina l’olio extravergine di oliva ai piatti della tradizione, lei preferisce un abbinamento per concordanza o per opposizione?
Cerco sempre di fare un abbinamento che non sovrasti, ma che esalti. Su un pesce bollito preferisco Elektia, piuttosto che Athos, che è troppo intenso. Io ricerco sempre l’armonia.
Un abbinamento insolito?
Il gelato alla vaniglia con l’olio Athos come ingrediente, ma anche l’olio Elektia sul melone bianco.
Basta un olio per trasformare un piatto semplice e comune in un piatto straordinario, quando è accaduto?
A Natale quando abbiamo provato il nostro olio sul panettone.
Il cibo è cultura, aggregazione, dialogo, ma anche ricordo e allora la invito ad andare indietro nel tempo, siamo in estate, lei ha quindici anni, il sole sta tramontando, state per mettervi a tavola, mi racconti…
Siamo qui a La Carrozza seduti all’aperto intorno a un grande tavolo di peperino. Ci sono i miei genitori, i miei fratelli, i miei nonni, i miei zii e alcuni amici. Hanno cucinato mia madre, mia nonna e la tata della nostra famiglia. Sul tavolo c’è l’olio, stiamo per mangiare il pollo, il coniglio e gli affettati. Sono tutti animali allevati da noi. C’è la frutta appena raccolta: pesche, albicocche, prugne. Sento il profumo dell’olio, della brace, del prezzemolo, del basilico, di tutte le erbe aromatiche coltivate in lunghe strisce accanto a noi. Gioco con i miei fratelli e i miei cugini, siamo tanti come sempre, io sono serena.
La Carrozza per lei è casa?
No, la mia casa è a Roma. Qui ci sono le mie radici. Questo è il luogo dove traggo l’energia e la forza per andare avanti. La Carrozza non è casa solo perché a Roma abito nel luogo dove sono custoditi i ricordi della mia famiglia. E’ una casa pensata, creata e voluta da me e dai miei cari.
Dalle sue parole traspare un fortissimo legame familiare. Fare imprenditoria oggi è difficile, lei va avanti anche per non tradire i desideri di suo padre?
No, credo che lo avrei fatto ugualmente. La mia famiglia mi ha aiutato, ma ho avuto grandi difficoltà e se non avessi avuto la forza che ho, probabilmente avrei lasciato tutto.
Questa tenuta è un piccolo paradiso terrestre, quando dorme qui chi viene a visitarla in sogno?
Tutte le persone a cui ho voluto bene e i miei cani. Sono sogni felici, mi danno pace. Quando sono in difficoltà vengono mio padre e mia madre a sostenermi.
E’ contenta della scelta di Francesca di diventare una produttrice di olio oppure avrebbe voluto per lei qualcosa di diverso?
Io sono contenta perché Francesca sta facendo quello che le piace e quindi da questo punto di vista è privilegiata. Lei racconta che questa passione le è stata trasmessa dal nonno, ricorda ancora quando mio padre la portava a passeggiare negli oliveti. Sono felice per lei, ma è un lavoro molto impegnativo, una gestione tradizionale, con la tenuta concessa in affitto ad altri, da gestire solo dall’ufficio di Roma, sarebbe stata più semplice, ma lei ha scelto, ormai da cinque anni, di seguire la sua aspirazione.
Da qualche mese gli oli Traldi hanno una nuova veste, come è stata scelta?
E’ stata creata da mia figlia Francesca. L’abbiamo poi disegnata insieme. I colori sono quelli del cuore, del paesaggio che circonda La Carrozza e dei nostri oli. Il rosso di Athos, il verde di Eximius, monocultivar Caninese e il bianco di Elektia.
Dove va il vostro olio?
All’estero va in Belgio, in Messico, negli Stati Uniti e in Giappone. In Italia va in tutta la Penisola, lo acquistano i privati, ma anche l’alta ristorazione come l’Enoteca Pinchiorri e anche il Quirinale.
Oggi, più che mai, un produttore deve crearsi un’identità, deve trasmettere un messaggio, ma anche delle emozioni per costruire una memoria che orienti il cliente nella scelta. Voi avete affidato la comunicazione a Vittorio Alfieri, vuole parlarmi di lui?
Il dr. Alfieri abbiamo avuto modo di conoscerlo in Sicilia, dove abbiamo una piccola tonnara trasformata in abitazione, tramite amici comuni. Vittorio ha grandi capacità divulgative e una profonda cultura e quindi è molto capace nel suo lavoro. E’ una persona squisita, molto contenuta nel suo modo di essere, non è mai invadente o eccessivo, ma sempre umanamente disponibile, insomma è un signore. Non è più solo un dipendente, vive qui e possiamo considerarlo facente parte la nostra famiglia. Noi purtroppo abbiamo avuto molti collaboratori prima di lui, è molto difficile trovare persone fidate e capaci.
Quanto olio producete? Riuscite a venderlo tutto?
Lo vendiamo tutto e non riusciamo ad accontentare tutte le richieste. Ne produciamo 100 quintali, vendiamo ancora parte delle nostre olive.
Molte Aziende lamentano di avere olio invenduto, può essere un problema di comunicazione?
Anche, ma credo che soprattutto dipenda dal fatto che l’utenza dell’olio non sia del tutto pronta alla qualità. A volte si fanno assaggiare oli perfetti, vincitori di premi, ma il commento spesso è: “Cosa ha quest’olio? Pizzica”.
Avete un agronomo?
Sì, un professionista che ci segue in campo e in frantoio.
Questo 2020 che anno sarà?
Credo che avremo una buona produzione. Stiamo irrigando quindi le nostre piante non patiranno la siccità.
L’olio è uno dei volani della nostra economia, cosa chiederebbe alla Ministra Bellanova a sostegno del comparto?
Le chiederei una seria divulgazione che spieghi soprattutto la differenza tra un olio di qualità e quello che non lo è, lo stesso che spesso viene venduto nei supermercati a prezzi bassissimi. Chiederei anche maggiori controlli anche degli oli che vengono serviti nei ristoranti, anche nell’alta ristorazione.
Qual è il motore della sua vita oggi?
Oggi ripongo tutte le mie energie per assecondare le aspirazioni di Francesca. Ho solo lei e mio fratello. Vorrei riuscire a lasciarle un’attività lavorativa tranquilla. Essere imprenditori oggi è molto, molto difficile.
Un sogno nel cassetto?
Io sono impegnata anche in altre nostre Aziende, non solo qui in agricoltura, la vera appassionata dell’olio è Francesca. Io vorrei che continuasse questo percorso nel modo migliore, perché è quello che lei desidera, anche con la creazione di un frantoio che divenga, per la qualità, una sorta di faro per tutto il centro Italia.
OLIO TRALDI di Francesca Boni
Strada Poggio Montano, 34 – Località La Carrozza – Vetralla (VT)
Ho conosciuto personalmente la sig.Elisabetta e Francesca ,sono delle persone veramente speciali.
il loro olio è favoloso come loro .
Persone ospitali che mettono a proprio agio i visitatori della tenuta.
Francesca , leggendo l’intervista che ha rilasciato tua madre,posso dire che sei molto fortunata ad averla vicino
Caro Roberto, grazie per le tue parole di apprezzamento.
Sono felice che persone che stimo, come te, percepiscano tutto l’amore e la passione che mettiamo nel nostro lavoro. Quando hai una mamma che ha fatto sia da madre che padre, una donna che ha sempre dato tutta se stessa per assecondare questa mia passione, di cui ne ho fatto un lavoro, hai ragione, posso dire di essere molto fortunata.