
Negli oliveti si scruta il cielo con un misto di aspettativa e preoccupazione. Manca poco alla raccolta e allora proviamo a fare il punto della situazione. Il 2022 è un anno di scarica, il caldo dell’estate e le troppe piogge del mese di agosto fanno prevedere una produzione di olio di duecentocinquantamila tonnellate, con un calo rispetto all’anno precedente del 20%, per un fabbisogno stimato di un milione di tonnellate. A questo dobbiamo aggiungere un aumento dei costi delle bollette energetiche e una totale mancanza di aiuti per il comparto da parte delle Istituzioni, contrariamente a quanto avvenuto in Spagna e in Francia.
Poco sarà quindi l’olio e inevitabilmente, più alti i prezzi, quali sono allora i timori? Il rischio di abbandono di acquisto da parte dei consumatori. L’olio extravergine di oliva non è solo un alimento cardine della dieta mediterranea, ma è anche una gratificazione per il palato e ogni cultivar accompagna i piatti tipici locali di ogni regione. Abbandonarlo è impossibile se non vogliamo dimenticare le tradizioni culinarie del nostro Paese. Servono finanziamenti, serve divulgazione, ma questo è il solito grido di aiuto. Al momento che dire? Buon olio a tutti!
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