
Sarà il 2022 l’annus horribilis per l’olivicoltura pugliese? Probabilmente sì, ma proviamo ad analizzarne le cause. La produzione sarà bassissima, in alcune zone della regione sarà -50% rispetto allo scorso anno. Solo la varietà Favolosa, nella provincia di Lecce, sta dando una discreta produzione. In conseguenza di ciò, molti olivicoltori hanno deciso di lasciare le loro poche olive sugli alberi, anche a causa del raddoppio dei costi dei carburanti. In questa campagna olearia, per molire 1 quintale di olive occorrono 22 euro. E’ quasi il doppio di quanto richiesto lo scorso anno, ma nonostante il vertiginoso aumento, gli operatori del settore riescono a malapena a coprire le spese vive che devono sostenere. Ed è per questo che molti frantoi sono rimasti chiusi. I 50 milioni di alberi di olivo che la Puglia possiede fanno di lei la prima regione italiana per produzione di olio e olive. I produttori si impegnano a perseguire qualità e quantità ed è per questo che Luca Lazzaro, presidente di Confagricoltura Puglia ha chiesto provvedimenti di sostegno immediati. In conclusione non resta che augurare al nuovo Ministro appena insediato un buon lavoro per il comparto olio, fino ad oggi “la Cenerentola” delle produzioni italiane.
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