Cibo. La sfida globale, edito da Donzelli è il libro che è stato presentato martedì 29 settembre a Roma alla CIA Confederazione Italiana Agricoltori, nella splendida terrazza dell’Auditorium Giuseppe D’Avolio.
Oltre all’autore Paolo De Castro, Deputato europeo e due volte Ministro dell’Agricoltura nei Governi D’Alema e Prodi, oggi Relatore al Parlamento Europeo per l’Expo 2015, erano presenti Secondo Scanavino Presidente Nazionale CIA, Vito De Filippo Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, Luca Sani Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
Partendo dalla domanda, se riusciremo a nutrire in modo sostenibile per il Pianeta le 9 miliardi di persone che lo abiteranno nel 2050, ne è scaturito un dibattito a tutto tondo che ha aperto uno scenario sull’alimentazione a me completamente sconosciuto, che ho poi cercato di approfondire e che vorrei condividere con voi lettori del mio blog.
Fino alla fine degli anni 90 si produceva in eccesso, la domanda non assorbiva l’offerta, tutti ricordiamo le quote latte, le forme di protesta, il latte versato nelle strade, oggi, però, non è più così, infatti accanto a 2 miliardi di persone obese o in sovrappeso, abbiamo 800 milioni di persone malnutrite, solo in Europa ci sono 130 milioni di persone a rischio di povertà, tutto questo non solo perché la popolazione è aumentata, ma soprattutto perché sono cambiati i consumi.
Il reddito pro capite è aumentato, i consumi alimentari sono cambiati, e si è passati da un’alimentazione vegetale ad un’alimentazione animale. I Cinesi negli anni 80 consumavano 20 chilogrammi di carne pro capite, oggi il consumo è diventato di 53 chilogrammi. I Cinesi sono 1 miliardo e 300 milioni, quindi, si può solo immaginare la quantità di cibo necessaria per sfamarli tutti. Lo stesso accade in India e in Corea.
Inoltre, quando aumenta la ricchezza, aumentano l’industrializzazione e l’urbanizzazione e diminuiscono le terre coltivabili. Sempre in Cina si prevede che nei prossimi 5 anni si sposteranno dalla campagna alla città 300 milioni di persone con conseguenze enormi sugli equilibri mondiali.
La Terra è divenuta ormai la prima risorsa da salvare, il mondo ha bisogno di cibo e non ce n’è abbastanza, la FAO ha stimato che la produzione agricola mondiale dovrebbe aumentare del 70% per soddisfare la domanda di prodotti zootecnici che vi sarà nei prossimi anni. Purtroppo molti sono ancora convinti che sia solo un problema di ridistribuzione tra chi ha molto e chi ha poco, ma non è così, se non si fa nulla, presto, si arriverà alla mancanza di risorse. La maggior parte dei conflitti si scateneranno proprio per la mancanza di risorse naturali, basti pensare che già oggi la stessa Primavera Araba è nata da un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, e le rivolte in Algeria sono state causate da un aumento dei prezzi del pane e della farina.
Quindi bisogna produrre di più, ma come ? Sicuramente riducendo l’inquinamento che impoverisce la Terra e crea cambiamenti climatici con eventi spesso catastrofici, riducendo sempre di più i principi attivi della chimica, anche se molto si è fatto dagli anni 50 ad oggi, per produrre di più e mantenere alta la fertilità del terreno. Gli Inglesi a tal proposito hanno creato il termine Intensity and sustainability.
Il cibo è anche un grande consumatore di acqua ed energia infatti l’agricoltura consuma il 70% dell’ acqua dolce del Pianeta, il 29% delle riserve ittiche sono sovrasfruttate con un grande stress per il sistema acquatico, insomma non ci sono più pesci nel mare, però il problema non è facilmente risolvibile perché il 64% degli oceani non è regolabile. Inoltre il 30% dei consumi energetici mondiali va nell’agricoltura che però rappresenta solo il 3-4% del PIL, questo perché c’è una corsa continua ad utilizzare prodotti agricoli per produrre energia, basti pensare, anche in Italia, a tutti i pannelli fotovoltaici che hanno tolto superfici coltivabili, o a tutti gli ettari di terreno che sono stati resi edificabili, soprattutto al nord, e che ora a causa della crisi sono occupati da capannoni artigianali e industriali abbandonati, tutto questo perché non si è ancora ben compreso quanto l’agricoltura può contribuire alla crescita e all’occupazione.
Vista la situazione, cosa sta accadendo nel mondo ? De Caro ce lo spiega, senza che nessuno apparentemente se ne accorga chi ha più risorse e più preoccupazione per il futuro tende ad acquisire su larga scala terreni agricoli nei paesi in via di sviluppo. Fondi sovrani cinesi hanno ormai acquistato o affittato 80 milioni di ettari di terreno. La Land grabbing interessa anche paesi come l’India e la Corea del Sud, tutto questo per poter garantire nei prossimi anni il cibo alle proprie popolazioni.
Altro problema sono le scorte, il 70% di esse prima erano negli Stati Uniti ora sono in Cina. La Cina non acquista solo terreni ma anche grandi gruppi, pochi sanno che ha acquistato per 14 milioni di dollari la più grande azienda produttrice americana di carne di maiale e che il primo grande esportatore brasiliano di soia è per la maggior parte a capitale cinese, e che l’Europa importa il 90% della soia di cui ha bisogno.
Paolo De Caro nel suo libro, dopo aver esposto i problemi, prova anche a cercare delle soluzioni.
Al primo posto, forse perché è un qualcosa che riguarda tutti, evidenzia che dovremmo intraprendere una lotta agli sprechi . Lo spreco interessa i paesi ricchi per l’abbondanza, e i paesi poveri per la mancanza della catena del freddo, ogni anno 6 milioni di tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura, il 19% del pane, il 4% della pasta, il 39% dei prodotti freschi, il 17% di frutta e verdura.
Poi bisognerebbe riprendere ad investire nella ricerca agraria pubblica, l’Italia ad esempio lo fa sempre meno, ma sempre meno lo fanno anche gli Stati Uniti e gli altri Paesi europei. Aumenta invece la ricerca privata delle Multinazionali, che ormai detengono il know how delle Biotecnologie.
Poi ci vogliono politici che abbiano il coraggio di programmare politiche a lungo termine anche se penalizzanti a livello elettorale, questi sono problemi che possono essere risolti solo a livello internazionale e quindi ci vuole un’Europa forte e coesa, insomma ci vuole più Europa.
Libro per certi versi impegnativo questo di De Caro che però sta avendo un grande successo, questo perché l’approccio con il cibo è cambiato e ce lo dimostra il tema dell’EXPO: NUTRIRE IL PIANETA. ENERGIA PER LA VITA, e ce lo dimostrano anche i 14 milioni di visitatori che a fine agosto lo avevano visitato, e i 20 milioni previsti al 31 di ottobre, quando l’esposizione chiuderà i battenti.
Vi invito a leggerlo per un momento di riflessione, perché il cibo non è solo piacere, condivisione e salute, ma oggi, più che mai, qualcosa di più….
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