Questa è l’ultima fatica di Chiara Lalli, giornalista impegnata del Corriere della Sera, di Internazionale e di Wired che dopo “Secondo le mie forze e il mio giudizio. Chi decide sul fine vita. Morire nel mondo contemporaneo”, e “La verità, vi prego sull’aborto” è uscita con un libro più leggero e godibilissimo.
Un atlante o meglio un viaggio nel cibo a 360°C, divertente, ironico, a volte crudele, fatto anche di giochi di parole.
I disegni sono di Francesca Biasetton illustratrice e calligrafa, all’inizio di ogni capitolo c’è un suo disegno a volte scherzoso, a volte pungente, ma sempre arguto e dal tratto deciso.
E’ un libro da leggere e da guardare, molto elegante, in bianco e nero, con solo uno spruzzo di rosso in copertina.
Ora ve lo racconto un po’!
Cibo = amore = ricordo = infanzia = nonna
Quindi Chiara Lalli non poteva iniziare il suo libro senza parlarci della nonna, “nonna mellone e melenzane”, che offriva cibo come amore, che ordinava la spesa all’Alimentari del quartiere. Il cascherino le consegnava a casa enormi quantità di cibo e in cambio, come ricompensa, riceveva una generosissima mancia.
Nonna viveva sola ma consumava una bottiglia d’olio ogni tre giorni, aveva il freezer sempre traboccante, per ogni pranzo di famiglia cucinava per 36 ore consecutivamente, e al termine dopo il dolce, dopo l’amaro la domanda era sempre la stessa: “Vuoi un po’ di parmigiano per pulirti la bocca ?”
Dopo la nonna l’autrice ricorda il cibo dei miracoli: l’aceto di mele che abbassa il colesterolo; l’ananas che brucia i grassi; il miele che guarisce la tosse; i grissini che ingrassano meno del pane, e per ultima, una mela al giorno….
Passa poi in rassegna le molte categorie alimentari, come l’esperto di vini che alla vista di una bottiglia non riesce ad evitare una lezione di degustazione,
l’astemio condannato a rispondere alla solita domanda “Non bevi perchè non ti piace o perché ti fa male ?”.
Poi il vegano che a tavola ammonisce e crea sensi di colpa agli onnivori, che tutti credono carente di vitamina B12, e che tutti guardano con sospetto chiedendosi “Ma Hitler non era vegetariano?. Ma anche l’anoressica, che si dice divenuta tale solo a causa degli stilisti che si ostinano a far sfilare modelle troppo magre, degli attaccapanni per i loro vestiti.
Infine il dipendente dagli zuccheri e dalle pubblicità, che non ha fame ma solo voglia di …dolce aggiungerei io, lo zucchero è una droga sempre in agguato che ci sorride ammiccante e lentamente ci uccide.
Chiara Lalli infine ci ricorda le credenze: fermati a mangiare dove ci sono i TIR parcheggiati, lì si mangia bene; tre ore e puoi fare il bagno;
l’arancia è piombo di sera.
Nel libro di Chiara Lalli c’è questo ma anche molto altro, spero di avervi incuriosito, questo è un libro piacevole da leggere in questo scorcio d’estate, e poi come scriveva Achille Campanile “Da qualunque parte si esamini la questione non c’è nulla in comune fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima.”
Quindi, buona lettura.
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