L’Italia è definita la culla della pasta, si ha notizia dei suoi primi produttori nel XII secolo in Sicilia. A Roma invece sono nati i rigatoni che vengono definiti fieri come la città che gli ha dato i natali per la loro caratteristica di mantenere inalterata la forma anche dopo la cottura. Vengono cucinati alla carbonara, con la pajata, con cacio e pepe o come ho fatto io con le alici. E’ un piatto semplicissimo che però nell’antica e frugale cucina romana ha sempre occupato un posto di tutto rispetto. Questo perché il pesce di qualità più pregiata era costosissimo e quindi era riservato ai più ricchi e il popolo si nutriva spesso di pesce conservato. Durante il carnevale romano veniva servito il Tarantello che non era altro che ventresca di tonno conservata sotto sale. Le acciughe utilizzate per questo piatto venivano pescate lungo il litorale e poi conservate sotto sale in barili di legno.
- Dosi per 4 persone: Rigatoni 400 g
- 4 acciughe sotto sale
- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 1 spicchio d’aglio
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- 1 pizzico di peperoncino essiccato e macinato
- sale
- In abbondante acqua salata cuocere i rigatoni al dente.
- Lavare e diliscare le acciughe e sbriciolarle in una padella con l’olio e l’aglio schiacciato.
- Scioglierle a fuoco bassissimo mescolando con un cucchiaio di legno.
- Scolare i rigatoni, versarli in una padella e mescolarli velocemente a fuoco bassissimo per un minuto.
- Eliminare l’aglio, cospargere di prezzemolo tritato e peperoncino, servire.
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