20 K + M + B 15
Non è una formula magica ma è la scritta dal significato religioso, che con il gesso, un tempo, veniva tracciata sulle porte delle case in Alto Adige, dai contadini la sera precedente l’Epifania. La famiglia compiva il giro della casa recitando le orazioni, spargendo acqua benedetta e purificando con il fumo d’incenso ogni ambiente, dalla stalla alla camera da letto. La sigla non ha nulla di misterioso è solo la data dell’anno in corso le cui cifre sono intercalate dalle iniziali dei nomi dei Re Magi, che in tedesco sono Karpar, Melchior e Balthasar. Il rito ha lo scopo di invocare sulla casa la benedizione del cielo per l’anno appena iniziato, ricorrendo all’intercessione dei Re Magi.
Un’usanza antica e un legume antico la cicerchia, per una semplice minestra come quella che mangiavano i contadini dopo la benedizione. La cicerchia, arrivata in Europa dall’Egitto era conosciuta dai Romani con il nome di Cicercula e dai Greci con il nome di Lathyros. E’ piccola, grigio-beige, ricca di calcio, fosforo, fibre, vitamina B1, B2, PP.
- Cicerchie secche 250 g
- orzo perlato 200 g
- speck 100 g
- 2 cipolle
- 1 carota
- 1 costa di sedano
- olio di oliva
- prezzemolo
- sale
- pepe nero.
- Mettere le cicerchie a bagno per una notte per eliminare la latirina, il principio amaro e indigesto che contengono, sciacquarle e gettare via l’acqua.
- Farle lessare in 2 litri d’acqua fredda per 2 ore con una cipolla e una costa di sedano.
- Mettere in ammollo l’orzo perlato per un’ora.
- Sciacquarlo e farlo lessare per un’ora. Tagliare lo speck a striscioline. In una casseruola soffriggere la cipolla e la carota tritate con 3 cucchiai d’olio.
- Unire l’orzo e le cicerchie con 2 litri del loro brodo di cottura, portare a bollore, salare e cuocere per 30 minuti.
- Cospargere la minestra con abbondante prezzemolo tritato, toglierla dal fuoco, versarla in ciotoline da porzione calde.
- Completare con pepe nero macinato al momento.
Lascia un commento