Questo piatto semplicissimo nasce a Roma circa 30 anni fa in opposizione alla milanese pasta con la rucola. Ma prima di parlare di questo piatto proverò a raccontare la storia di quegli anni.
In 1986 rimarrà tristemente famoso per la nube radioattiva di Cernobyl. L’allarme ecologico aveva messo al bando in poche ore, non si sa perché, solo il latte, i pomodori e l’insalata. Noi italiani terrorizzati avevamo preso d’assalto i supermercati cercando di acquistare tutto quello che era stato prodotto prima del disastro nucleare. Passato l’allarme, consci del pericolo alle porte e che la Terra è una per tutti e che il vento non lo si può fermare, avevamo cominciato a sognare un ritorno al passato, ad un mondo pulito e incontaminato. L’industria però aveva risposto a questo nostro desiderio, aiutata dalla pubblicità, trasmessa dalla appena nata televisione commerciale , con un romantico e antico mulino che sfornava dolci chiusi in sacchetti pieni di grassi idrogenati, con un’antica gelateria che produceva gelati industriali e con una verde valle nella quale nascevano solo verdure surgelate chiuse in buste di plastica. Intanto soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano, la famiglia per ragioni di tempo, non riusciva più a rientrare a casa per il pranzo e quindi mangiava fuori cercando disperatamente cibi leggeri, dietetici e veloci da consumare. C’era chi con un occhio alla linea viveva di yogurt, chi di tramezzini ricoperti di maionese molto diversa da quella che fino a quel momento era stata preparata in casa con uova fresche e olio d’oliva e infine chi da buon italiano non riusciva a rinunciare ad un piatto di pasta, servita per la prima volta anche nei bar. Al nord si proponeva la rughetta detta rucola, mettendola ovunque, oggi diremo senza alcun senso, ma soprattutto sulla pasta. Nel centro di Roma invece, chi decideva di non chiudersi nel tetro e soffocante Mc Donald’s, appena aperto accanto alla scalinata di Trinità dei Monti, si sedeva in un bar o in un ristorante e baciato dal sole, che ci accompagna estate e inverno, con una splendida cornice di monumenti e antichità mangiava una profumata e colorata pasta pomodoro e menta.
Per il piatto che ho preparato oggi ho utilizzato filetti di pomodoro San Marzano dal sapore agro-dolce, le mandorle e la menta spicata, aromatica, profumatissima, perenne, dalle foglie seghettate che in questo momento dell’anno ha dei piccoli fiori lilla chiaro che rallegrano il mio piccolo balcone di città.
- Fusilli di semola 350 g
- filetti di pomodoro San Marzano pelati, privati dei semi e sgocciolati
- 2 spicchi d’aglio
- 8 mandorle
- un mazzetto di menta
- olio extravergine di oliva 5 cucchiai
- sale
- pepe
- Pulire, mondare e tritare grossolanamente le foglie di menta.
- Frullare il pomodoro con le mandorle.
- Scaldare l’olio in una padella e a fuoco moderato fare imbiondire gli spicchi d’aglio schiacciati.
- Eliminarli e versare l’olio caldo sul pomodoro, aggiungere la menta, il sale, il pepe e mescolare.
- Lessare la pasta in acqua bollente leggermente salata, scolarla al dente e condirla con il sugo.
Questo piatto può essere accompagnato con il vino BIANCO CAPENA DOC prodotto a 30 km a nord di Roma, nel territorio del comune di Capena e in parte nel territorio di Fiano Romano, Morlupo e Castelnuovo di Porto. Viene servito a 8-10 °C in calici a tulipano entro 2 anni dalla vendemmia. E’ un vino dal colore paglierino più o meno intenso, dal profumo leggermente aromatico, fine caratteristico, dal sapore asciutto o leggermente abboccato caratteristico e gradevole.
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