
Il pane l’indicatore di civiltà, il piccolo sole in miniatura è il frutto del semplice impasto di acqua, farina, lievito e a volte sale. Pare che il primo pane sia nato in Egitto, un dipinto nella tomba di Ramsete III raffigura i fornai di corte che impastavano il pane con i piedi. Pochi gli ingredienti, semplice da produrre, dovrebbe essere sempre buono, profumato, croccante, ma sappiamo tutti che spesso non è così, perché buona parte del pane venduto è industriale e arriva surgelato dai paesi est-europei.
Il 72% degli italiani mangia il pane ogni giorno. La quantità negli anni è diminuita, ma è aumentato il desiderio di pane artigianale, anche se poi la fretta e la continua ricerca di guadagnare tempo, spinge ad acquistarlo, spesso precotto, nella grande distribuzione, a discapito della qualità e del gusto. Nonostante sia un alimento prezioso il consumo annuo pro-capite in Italia si assesta su circa 41 Kg, un quantitativo nettamente inferiore a quello registrato in tutti i Paesi europei. Gli italiani amano soprattutto il pane ottenuto da farine biologiche, farine macinate a pietra e da grani antichi, ma se ne privano per ragioni dietetiche e salutistiche.

Mai eliminare il pane dalla dieta, perché ha un ruolo fondamentale per il mantenimento della salute, questo è quanto oggi la medicina ci raccomanda. Il suo valore nutritivo però dipende dalla farina con la quale è stato prodotto. Una farina raffinata contiene meno vitamine, proteine e sali minerali rispetto a una farina integrale. La piramide alimentare prevede una o due porzioni di carboidrati al giorno. Duecento grammi di pane corrispondono a 580 calorie, pari al 19% dell’energia che dovrebbe assumere un adulto tra i 18 e i 30 anni. Sono presenti, inoltre, il 24% di proteine, il 7% di vitamina B1, il 16% di ferro e il 3% di calcio dell’apporto giornaliero consigliato.
La campagna di demonizzazione dei carboidrati ha portato nel complesso, negli ultimi anni, ad un calo delle vendite del 12%. Che fare per non scomparire? Questo si sono chiesti i fornai italiani che ancora producono pane artigianale. Mentre i loro “antenati” puntavano solo sulla qualità, loro hanno scelto una strategia diversa offrendo farine italiane, prodotti a Km zero, vendite a domicilio, panifici sempre aperti per la colazione, il pranzo, l’aperitivo e il dopocena, ma soprattutto un’offerta diversificata, perché i pani italiani sono tanti, più di 400. Cerchiamoli e assaggiamoli tutti! Ma, mi raccomando, assaggiamoli in un panificio artigianale, il gusto e la qualità saranno salvi.
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