
Sembra un titolo ad effetto, ma non è così. Nasce a Reggio Emilia la prima scuola che formerà i casari che saranno impiegati nella produzione del Parmigiano Reggiano.
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano organizza un corso a titolo gratuito di 4 mesi, da febbraio a maggio, aperto a 18 giovani casari, aiuto casari, garzoni già coinvolti nelle attività del caseificio.
Le finalità? Preservare la tradizione, le conoscenze, la qualità di un prodotto unico al mondo, che è il più conosciuto, ma anche il più imitato.

Profumato, pastoso, granuloso, una scheggia tira l’altra, proprio come per le ciliegie, questo è il Parmigiano Reggiano, l’unico formaggio che si produce oggi come quando è nato nei primi anni del 900, nelle abbazie benedettine e cistercensi, per conservare e consumare il latte delle bovine utilizzate per il lavoro dei campi.
Per comprendere meglio l’importanza di questo formaggio, fatto solo di latte, sale e caglio, bastano questi semplici dati: 330 caseifici, 2600 allevamenti, 10.000 forme prodotte al giorno, un giro di affari al consumo di 2,4 miliardi di euro.

Un lavoro nobile, ma duro è quello che saranno chiamati a svolgere i giovani casari. Infatti, il re dei formaggi si produce ogni giorno, 365 giorni all’anno, con il latte munto nelle due ore precedenti l’inizio della lavorazione. Un disciplinare di produzione severissimo lo tutela e vieta l’introduzione di insilati.
Una piccola terra le dà ogni giorno i natali, un fazzoletto tra le province di Parma, Modena e Reggio Emilia. Mantova, ma solo sulla destra del Po, Bologna, ma solo sulla sinistra del Reno.

Una preparazione lunga, un anno di stagionatura, e alla fine il marchio, il marchio a fuoco che ne attesta la perfezione.
Che altro dire? Giovani accorrete numerosi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano vi attende per trasmettervi un sapere raro e prezioso.

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