I centri storici delle nostre città stanno lentamente cambiando volto. Saracinesche abbassate su antiche botteghe artigianali, eleganti boutique, storiche librerie, allegri giocattolai. Tutto questo per lasciare il posto a paninoteche, street food, ristoranti, negozi di elettronica e parafarmacie e sui marciapiedi venditori ambulanti.
Questo è quello che è emerso da una valutazione eseguita dall’Ufficio Studi di Confcommercio sulle attività commerciali e turistiche nel 2015.
Gli affitti e i costi di gestione troppo alti, come anche le imposte, spingono molti negozianti a chiudere, e mentre un locale su quattro in Italia è sfitto, aumentano gli acquisti on line e ogni 24 ore nasce una nuova attività ambulante. Questo è ciò che ha spiegato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti.
In base ai dati della Coldiretti lo street food nel 2016 è cresciuto del 13% rispetto all’anno precedente con 2.271 nuove imprese, concentrate soprattutto in Lombardia, Puglia e Lazio.
Tristi, bui e deserti, questo saranno i centri storici delle nostre città se non si farà qualcosa per invertire la tendenza, anche solo contrastando il caro affitti con canoni concordati e cedolare secca.
E allora attendendo che qualcosa accada, perché le nostre città non muoiano, sosteniamo gli antichi negozi.
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