(La mia ricetta su D laRepubblica)
Un’antica leggenda peruviana racconta che la patata nacque, molti secoli fa, dall’amore proibito di due giovani: Haparkilla, vergine consacrata al dio Sole, e Watuy, povero contadino. Quando il Sovrano Inca venne a conoscenza dell’amore che legava teneramente i due giovani, per punizione per aver violato le sacre leggi, ordinò che fossero seppelliti, insieme, vivi.
Quell’anno il Regno fu colpito da una terribile carestia, e solo la terra che ricopriva i due amanti mantenne la sua fertilità. Il Sovrano, allora, seguendo il consiglio dei sommi Sacerdoti, ordinò di riesumare e cremare i corpi dei due ragazzi, poi di spargere le loro ceneri al vento.
Quando gli inservienti cominciarono a scavare, con grande meraviglia non trovarono Haparkilla e Watuy, ma solo una radice rotonda colore della terra, la patata, che divenne il loro cibo, e alla quale diedero il nome di Ccorinaya che significa oro interrato.
Da quel giorno la patata, cibo versatile, che si presta a tante preparazioni dolci e salate, ha sfamato gli uomini. Questa è una ricetta semplice, come semplice è questo frutto della terra.
Ingredienti:
- patate g 500
- parmigiano g 40
- fecola di patate 2 cucchiai
- latte 3 cucchiai
- olio extravergine d’oliva 4 cucchiai
- aglio 1 spicchio
- sale
- pepe
Lavate le patate raschiando la buccia con uno spazzolino per eliminare ogni traccia di terriccio. Pelatele e tagliatele a dadi mettendole in acqua fredda fino a quando non le avrete tagliate tutte. Sgocciolatele, asciugatele. Scaldate in una padella l’olio con uno spicchio d’aglio, appena inizierà a diventare dorato eliminatelo. Unite le patate e fatele rosolare a fuoco vivace portandole a cottura. Regolate di sale e di pepe. Trasferitele in un pirex. Unite la fecole a mescolate. Bagnate con il latte e mescolate nuovamente. Rifinite con il Parmigiano. Mettetele a gratinare in forno per 10 minuti a 180°C, servite subito.
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