
Chi a Roma non conosce i tozzetti, i dolci tipici della campagna laziale? Sono i bis cotti, cotti due volte per renderli croccanti. Sono i biscotti tagliati in tralice dal sapore dolce e burroso per le nocciole aggiunte a manciate nell’impasto. Sono i biscotti con le gocce di cioccolato fondente, perché un tocco di amaro dona carattere alla preparazione e regala emozioni.
In terra etrusca, a Cerveteri, acquistano una colorazione rosata per l’aggiunta dell’Alchermes, il liquore fiorentino preparato dall’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, secondo l’antica ricetta del 1743, di Fra’ Cosimo Bucelli. A Marino, piccolo paese dei Castelli Romani, si arricchiscono con la frutta candita e vengono gustati con il profumato Cannellino fresco di grotta.

Come siano nati non si sa, pare però che ormai siano vecchi di oltre due secoli. Quel che è certo è che i dolci semplici come i tozzetti erano un tempo preparati solo in occasione delle feste e delle ricorrenze religiose. Poi, quando anche le condizioni economiche delle persone più umili erano migliorate le donne avevano iniziato a prepararli in occasione di battesimi, cresime e matrimoni. I tozzetti erano proprio i dolci dei matrimoni, le bomboniere da donare agli invitati avvolti in tovagliolini di lino ricamati dalle spose o dalle loro mamme.
Venivano impastati sul tavolo della cucina e poi venivano cotti nel forno del paese. Tutte le donne vi partecipavano, una aiutava l’altra accantonando, per l’occasione, eventuali antipatie e dissapori. In quegli anni difficili di grande disagio e povertà nei paesi si condivideva un po’ tutto, gioie e dolori.
Oggi, nel grande mondo dei biscotti, i tozzetti appaiono solo come un miscuglio di ingredienti semplici, insomma una preparazione senza pretese. Ma a ben guardare sono molto, molto di più, uno scrigno di tradizioni, usanze e legami ormai, purtroppo, perduti.
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