
La vita aveva avuto inizio. Aveva avuto inizio solo da ventiquattro ore, quindici minuti e trentasei secondi ed Hélène ora era seduta sul letto del minuscolo appartamento, che era divenuto la sua nuova casa.
Un nodo le stringeva la gola, a fatica cercava di ricacciare le lacrime. L’euforia dell’arrivo stava lentamente lasciando il posto alla malinconia.
Le mancava Parigi, la Senna scura e torbida, ma così romantica nelle notti d’estate. Le mancava la sua piccola stanzetta affacciata sui tetti. Le tende di organza bianca pronte a gonfiarsi ad ogni soffio di vento, il copriletto rosa, lo specchio incorniciato da boccioli di rose bianche.
Quante volte in quel suo rifugio segreto aveva sognato di fuggire via, ma ora…
Ora le mancavano mamma, papà e nonna Miù. La sua tenera, allegra e stramba nonna che le aveva insegnato ad amare l’Italia. La nonna era stata un’attrice, le sue rappresentazioni appassionate avevano commosso fino alle lacrime migliaia di spettatori. Aveva recitato, viaggiato e amato molto, soprattutto un mercante d’arte italiano aveva fatto palpitare il suo cuore per moltissimi anni, un amore segreto, svelato alla famiglia solo quando era finito.

Era stato proprio grazie ai libri, che Monsieur Urbano aveva regalato alla nonna, che Hélène aveva scoperto l’Italia.
Nelle lunghe e fredde sere parigine nonna e nipote, mangiando biscotti, piccoli cuori profumati di rosa e vaniglia, sognavano un meraviglioso viaggio in Italia, solo loro due, libere e spensierate.
Dolci fantasticherie che le tornavano alla mente, ora che era lì, sola nella piccola casa e il sogno a lungo accarezzato si era in parte avverato.
I suoi grandi occhi grigi fissavano la finestra aperta su Piazza del Campo senza vederla, pensando alla sua nuova vita, Hélène si sentiva sgomenta. Quando aveva lasciato Parigi cadeva la neve. Piccoli fiocchi bianchi, leggeri come soffi di zucchero filato, avevano salutato la sua partenza. Un lungo abbraccio, la carezza di una mano rugosa e solo poche parole:

“Amerai Siena, come l’ho amata io”
Un sacchetto di velluto blu era finito furtivamente nella sua piccola borsa, appena in tempo prima che il treno chiudesse le sue porte portandola via. Confidenze, lettere e regali, questi erano i segreti tra lei e nonna Miù. Questo era il loro mondo, un mondo ora, tanto lontano.
Presa dall’euforia del viaggio aveva dimenticato il piccolo dono.
“Non è tutto meraviglioso?” Si era chiesta per tutto il lungo viaggio cullata dal treno fantasticando sulla nuova vita che l’attendeva. Ora il dono le era tornato alla mente, le sue dita impazienti avevano sciolto il nastro di raso e dal sacchetto erano usciti come per magia i cuori dolci di nonna Miù e una lettera leggermente profumata di lavanda.

Cara Hélène,
non sei ancora partita e già mi manchi, ma sono felice, felice per te. Sai Hélène, io a Siena ho incontrato il mio primo amore, era un orafo, si chiamava…
Hèlene leggeva, incuriosita, rapita e divertita, ancora una volta nonna Miù, la sua tenera, allegra e stramba nonna aveva asciugato le sue lacrime.
Ingredienti :
Farina 00 g 200
Tuorli 2
Burro g 100
Zucchero g 70
Acqua di rose 1 cucchiaio
Vaniglia 1 bacca
Sale 1 pizzico

In una terrina setacciate insieme la farina con il sale. Unite il burro, incorporatolo alla farina aiutandovi con un cucchiaio di legno, mescolando fino ad ottenere un composto granuloso.
Unite i tuorli, lo zucchero, l’acqua di rose e la vaniglia. Mescolate fino ad ottenere una pasta liscia. Avvolgetela nella carta da forno e lasciatela riposare in frigorifero per 30 minuti.
Terminato il riposo, riprendete la pasta e stendetela con l’aiuto del matterello allo spessore di 5 mm, su una superficie leggermente infarinata. Ritagliate i biscotti con un tagliabiscotti a forma di cuore. Trasferiteli su piastre da forno a 2,5 cm di distanza uno dall’altro.
Fateli cuocere nel forno caldo a 180 °C per 10-15 minuti. Fateli raffreddare su una griglia.
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