La crostata di pere, un dolce autunnale, ogni volta che lo preparo ripenso sempre a quando mia figlia bambina correva a prendere il suo libro di fiabe e con voce esitante iniziava a leggere…
E il povero Pinocchio cominciò a piangere e a berciare così forte, che lo sentivano da cinque chilometri lontano. Geppetto, che di tutto quel discorso arruffato aveva capito una cosa sola, cioè che il burattino sentiva morirsi dalla gran fame, tirò fuori di tasca tre pere, e porgendogliele disse: – Queste tre pere erano per la mia colazione: ma io te le do volentieri. Mangiale, e buon pro ti faccia. – Se volete che le mangi, fatemi il piacere di sbucciarle. – Sbucciarle? – replicò Geppetto meravigliato. – Non avrei mai creduto, ragazzo mio, che tu fossi così boccuccia e così schizzinoso di palato. Male! In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto, perché non si sa mai quel che ci può capitare. I casi son tanti!… – Voi direte bene, – soggiunse Pinocchio – ma io non mangerò mai una frutta che non sia sbucciata. Le bucce non le posso soffrire. E quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e armatosi di santa pazienza, sbucciò le tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola. Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l’atto di buttar via il torsolo; ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli: – Non lo buttar via: tutto in questo mondo può far comodo. – Ma io il torsolo non lo mangio davvero! – gridò il burattino, rivoltandosi come una vipera. – Chi lo sa! I casi sono tanti!…. – ripetè Geppetto, senza riscaldarsi.
Fatto sta che i tre torsoli, invece di essere gettati fuori dalla finestra, vennero posati sull’angolo della tavola in compagnia delle bucce. Mangiate o, per dir meglio, divorate le tre pere. Pinocchio fece un lunghissimo sbadiglio e disse piagnucolando: – Ho dell’altra fame! – Ma io, ragazzo mio, non ho nulla da darti. – Proprio nulla, nulla? – Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera. – Pazienza! – disse Pinocchio. – Se non c’è altro, mangerò una buccia. E cominciò a masticare. Da principio storse un po’ la bocca; ma poi, una dietro l’altra, spolverò in un soffio tutte le bucce: e dopo le bucce, anche i torsoli, e quand’ebbe finito di mangiare ogni cosa, si battè tutto contento le mani sul corpo, e disse gongolando: – Ora si che sto bene! – Vedi dunque – osservò Geppetto – che avevo ragione io quando ti dicevo che non bisogna avvezzarsi né troppo sofistici né troppo delicati di palato. Caro mio, non si sa mai quel che ci può capitare in questo mondo. I casi son tanti!…..
- Pasta frolla di base:farina g 300
- – burro g 150
- – zucchero g 150
- – 1 limone
- – 1 uovo
- – sale
- Farcitura:3 pere
- – zucchero g 50
- – 1 bacca di vaniglia
- – 6 mandorle non pelate
- – 3 biscottini di pasta frolla (utilizzare la pasta frolla di base)
- – mezzo bicchiere di vino
- Preparazione della crostata: Versare sulla spianatoia la farina,
- unire un pizzico di sale, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone,
- mescolare insieme gli ingredienti.
- Fare la fontana, al centro mettere l’uovo intero, il burro morbido a pezzetti,
- impastare velocemente senza lavorare troppo la pasta, farne una palla
- farla riposare mezz’ora in un luogo fresco.
- Sbucciare le pere, tagliarle a metà nel senso della lunghezza e metterle in una casseruola,
- aggiungere lo zucchero, il vino e farle bollire per 5 minuti.
- Lasciarle raffreddare nel loro sciroppo.
- Tenere da parte 1/3 della pasta per decorare con la siringa il bordo e il centro della crostata.
- Stendere la rimanente pasta e foderare una teglia imburrata e infarinata.
- Disporre sulla crostata le pere scolate dal succo e spolverizzare con i biscotti e le mandorle frullate.
- Decorare il bordo e il centro della crostata.
- Cuocere a 180 °C in un forno statico e a 165 °C in un forno ventilato in assenza di vapore, quindi a valvola aperta o con il portello di carico aperto di 10 cm, per circa 40 minuti.
Questa crostata può essere accompagnata dal vino MOSCATO DI SENNORI PASSITO prodotto nella provincia di Sassari. E’ un vino di colore giallo dorato che profuma di frutta matura, in bocca i profumi di frutta matura diventano palpabili e si mescolano all’avvolgente piacevolezza degli aromi del miele, delle mandorle e dei fiori.
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