Questi sono biscotti forti e stuzzicanti, erano preparati già nel 1400 nelle botteghe degli speziali veneti con la melassa al posto dello zucchero.
Secondo alcuni deriverebbero da ricette dell’antica Grecia, erano infatti il cibo preferito dei filosofi Pitagorici. Nel Medioevo si metteva un po’ di pepe sul pane e sui biscotti per combattere tristezza e depressione.
Il pepe aveva un costo molto elevato, oltre che in cucina era adoperato come medicinale e i medici gli riconoscevano molteplici proprietà: diuretico, stimolante dell’appetito, digestivo, calmante dei dolori.
Il pepe originario dell’India, arrivò nel mondo occidentale circa duemilacinquecento anni fa. Si sapeva così poco della pianta di pepe che inizialmente si era diffusa la leggenda che fosse raccolto dalle scimmie, poiché la pianta germogliava in luoghi inaccessibili all’uomo.
Il piccolo frutto carnoso del pepe contiene un solo seme che, raccolto non ancora maturo, rappresenta il pepe verde, maturo ed essiccato diventa il pepe nero, mentre liberato dalla polpa è il pepe bianco. Gli antichi conoscendo solo i grani ma non la pianta, incorsero nell’errore di credere che pepe bianco e pepe nero fossero due alberi diversi.
- -100 gr di zucchero
- -250 gr di farina
- -100 gr di burro
- -2 uova
- -2 cucchiaini di lievito in polvere
- -1 limone
- -un pizzico di sale
- -un grosso pizzico di pepe nero
- Versare sulla spianatoia la farina e fare la conca;
- al centro mettervi il lievito, il sale, 1 tuorlo d’uovo, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone, il burro a pezzetti e impastare gli ingredienti (se fosse necessario aggiungere qualche cucchiaio di latte tiepido). Quando la pasta si presenterà ben liscia mettere l’impasto in una macchina taglia biscotti con il disco dalla forma desiderata e disporli su una placca imburrata.
- Successivamente spennellarli con l’uovo sbattuto e distribuire su ognuno un pizzico di pepe.
- Porre i biscotti in forno alla temperatura di 175° per 15 minuti circa.
- Sfornarli ben dorati e lasciarli raffreddare prima di gustarli.
Consiglio di accompagnare i Pevarini con il PICOLIT , un vino friulano raro e ricercato, apprezzato in tutto il mondo. La particolarità di questo vitigno è dovuta al fatto che a causa di un difetto di impollinazione sui grappoli si sviluppano pochi acini e quindi una volta maturati sono particolarmente dolci. Il suo colore è giallo dorato carico, il suo profumo è di miele e di frutta matura.
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