Incontro Emanuela da Buddy, come ogni martedì il locale prepara l’aperitivo vegano, sono con Enrica, amica da una vita, che sempre più spesso lascia i suoi libri antichi per accompagnarmi a spasso per Roma alla scoperta di sapori. Emanuela, sorridente e pacata, accetta l’intervista e si concede raccontandomi della sua vita e del suo lavoro che, come spesso accade, si sono vicendevolmente influenzati creando la chef completa che è oggi.
Quando hai cominciato a cucinare ?
A vent’anni quando ho lasciato l’Italia per trasferirmi in Argentina per amore. Avrei voluto farlo prima ma, come spesso accade, il mio percorso formativo è stato diverso anche per assecondare i desideri di mio padre che avrebbe voluto per me una professione diversa, forse spaventato dalla vita spesso di rinuncia di sacrificio che i cuochi hanno.
Cosa facevi in Argentina ?
Inizialmente collaboravo con l’Ambasciata italiana, poi a ventiquattro anni ho aperto un mio ristorante italiano, Il Sotano. E’ stato subito un successo anche perché nello stesso momento mi avevano chiesto di condurre una trasmissione televisiva di cucina. Venivano a mangiare da me gli argentini desiderosi di conoscere la cucina italiana, ma soprattutto gli italiani emigrati desiderosi di ritrovare i colori e i sapori di casa, era per loro un ritorno al passato, un modo per ritrovarsi e per stare insieme.
Come sei poi arrivata alla cucina vegana crudista?
E’ stato un percorso lungo che ha richiesto anni di studio, il primo incontro è stato ad un corso di Laura Fiandra, chef vegana crudista, poi una conferenza all’Associazione Vegetariana Animalista, lì ho capito che quella era la strada che volevo seguire. Importantissimi per la mia formazione sono stati anche gli incontri con Ester Simoncini, Elena Dal Forno,Matteo Morozzo e con Vito Cortese che ha aperto a Roma la prima pasticceria crudista.
Hai dovuto fare qualche rinuncia per conciliare vita privata e professionale ?
No perché quando sono ritornata dall’Argentina e mia figlia era piccolissima ho scelto di non tornare a lavorare in un ristorante ma di creare una mia società di catering, di organizzare eventi ma soprattutto di dedicarmi a condurre una Fattoria didattica. E’ stata un’esperienza unica, con i bambini, a contatto con la natura, un momento di crescita che ricordo sempre con piacere.
Un ricordo d’infanzia legato al cibo ?
La cucina delle nonne, i sughi di nonna Lalla che cuocevano per ore, il pinzimonio di nonna Giuseppina che mi faceva pasticciare in cucina e insieme facevamo la pasta solo con acqua e farina. Il Lazio e la Sardegna due regioni che si guardano ma molto diverse.
Due ingredienti che non mancano mai nella tua cucina ?
Gli anacardi e il cacao crudo.
Cosa mangi a casa tua?
D’estate tantissimi frullati quello che preferisco è banana datteri e spinaci, poi i gazphacos, in inverno invece, vellutate e legumi.
Il crudismo è per te una scelta etica o una scelta salutistica ?
Una scelta etica, se ami gli animali non li mangi.
Il crudismo è uguale in tutto il mondo oppure esiste un crudismo italiano ?
Il crudismo italiano è il più buono e il più colorato del mondo grazie ai prodotti unici che la terra ci dà e grazie anche al nostro unico senso del bello.
Il piatto che più ti piace preparare ?
La zuppa di carote e zenzero. Dolce ed agrumato insieme.
Il piatto più originale che hai preparato ?
Un’insalata di ruchetta, fragole e semi di sesamo. Un bel gioco per il palato.
Un frullato insolito ?
Banana, spinaci e maca.
Qual è stato l’ultimo piatto che hai creato ?
Un tiramisù crudista, una novità che non ho ancora presentato quindi è ancora una “ricetta segreta”, posso solo dire che tra gli ingredienti ci sono i germogli e manca il caffè. E’ frutto di prove, sperimentazioni e assaggi con Tommaso Radice, produttore di germogli che ha deciso di lasciare il suo lavoro di ingegnere alla Toyota per dedicarsi ad una professione che lo soddisfacesse e per il quale creo i piatti che pubblica sulla sua pagina.
Se ti chiedessi un dolce crudista cosa mi prepareresti ?
Una cheesecake con anacardi, papaya essiccata, bacche di goji e arancia.
Il cibo è anche tradizione cosa mangi a Natale ?
Un risotto integrale, quest’anno ho preparato un risotto con una crema di verdure miste e curcuma, è piaciuto molto e ha meravigliato tutti per il suo sapore insolito.
Quali sono le città italiane crudiste ?
Milano, Torino e al sud Napoli, con Raw in Naples.
Si può imparare a cucinare crudista ?
Certo frequentando i miei corsi. A Roma poi alla Grezzo Faculty insegna lo Chef Vito Cortese, oppure si possono seguire i corsi di Matteo Morozzo, il fondatore di Raw in Rome.
Il crudismo è una filosofia che influenza il carattere di chi lo sceglie?
Sicuramente sì perché mangiare crudo, quindi fornire all’organismo cibi sani ricchi di principi nutritivi dà energia, infonde una carica vitale e positiva che migliora il carattere, è una purificazione a livello spirituale, mentale e fisico.
Se un onnivoro ti chiedesse perché crudo cosa risponderesti ?
Perché è un cibo vivo, perché è sano e fa bene e perché è buono, ma soprattutto perché mangiare crudo è un momento di crescita e di arricchimento perché permette di conoscere nuovi abbinamenti, nuovi sapori e permette anche di vedere il cibo non solo come fonte di compensazione ma soprattutto come fonte di benessere.
Ti senti più artigiana o più artista ?
Assolutamente più artista, dipingo, amo ogni forma d’arte, ho frequentato il liceo artistico, nella mia vita il colore e l’estetica sono importantissimi e la cucina crudista mi permette di esprimermi.
Ti invito a fare un salto nel tempo cosa vedi nel tuo futuro tra 5 anni ?
Mi vedo ad insegnare la cucina vegana crudista, l’ho già fatto ed è stato entusiasmante. Ho formato gli chef di Buddy, ristorante che ha nel suo menù molti piatti vegani. Vorrei continuare con i corsi, quelli che ho tenuto da Eataly sono stati un successo e ho scoperto che c’è un grande interesse per questo tipo di alimentazione.
Il tuo prossimo progetto ?
Far conoscere la cucina vegana crudista nelle scuole e invogliare i bambini ad alimentarsi in modo sano permettendogli di conoscere nuovi sapori.
Un sogno nel cassetto ?
Riuscire a realizzare un mio progetto che includa le mie due grandi passioni: pittura e cucina.
Ad un tratto guardo l’orologio il tempo è volato, sono trascorse più di due ore, a noi si è unita anche Ester Simoncini, anche lei chef vegana crudista, consulente e divulgatrice, si è parlato di cibo, quindi di salute, di infanzia, di figli, di amori, di viaggi, di amicizia, di lavoro, di progetti futuri, perchè il cibo è tutto questo, è vita.
Grazie ad Emanuela ma anche ad Ester per averci aperto per un momento le porte di questo loro mondo ancora sconosciuto a molti.
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