
Al tramonto, l’ora magica di Roma, ha aperto per la prima volta le sue porte, The Court il nuovo cocktail bar di Palazzo Manfredi. Nel luogo dove nella Roma Imperiale i gladiatori riposavano, giocavano ai dadi, brindavano rievocando i combattimenti della grande Arena, Matteo Zamberland, il guru della mixology, accoglie i suoi ospiti.

Due alti muri proteggono The Court, uno scrigno che si apre ogni sera quando il vento soffia leggero, il sole lentamente scompare e tutto si tinge di arancio. Ed è allora che una luce dorata illumina il lungo bancone fatto di specchi e di travertino, la pietra romana. Quattrocento bottiglie splendono e attendono che la serata abbia inizio. Tutto a The Court è eleganza e gusto italiano.

Quattro gli uomini di The Court. Matteo Zamberlan, in arte Matteo Zed, Giuseppe Di Iorio, Gennaro Buono e Daniele de Santi.

Studio, passione e amore questo è Matteo Zed. Le sue creazioni, vere alchimie capaci di conquistare testa e cuore. Audace e coraggioso negli accostamenti, un gladiatore della mixology. Un grande amore per gli amari, le grandi eccellenze italiane. L’amaro nato nelle abbazie benedettine, da sempre ospite d’onore nei salotti italiani, elisir contro il logorio della vita moderna, entra oggi nella miscelazione di qualità, quindi a The Court.

Cosa vuole essere The Court?
Un cocktail bar con un background internazionale che, come la cucina moderna, dia valore ai sapori utilizzando pochi ingredienti dei quali sia facile riconoscerne i sapori che vanno a posarsi sul palato, utilizzando tecniche rivoluzionarie.

Una parte degli ingredienti che utilizziamo nei nostri drink sono home made fatti con il sottovuoto e con un macchinario, che hanno i migliori bar al mondo, che distilla sotto zero.

Cosa c’è di Giappone e cosa di America, luoghi dove lei ha lavorato per anni, a The Court?
Di Giappone c’è la tecnica, la pulizia e l’eleganza dei ragazzi. Di America c’è la velocità e molti drink in stile United States.

Se The Court fosse un cocktail sarebbe?
Sarebbe il The Court Margarita, un drink brillante, frizzante, molto aromatico con base mescal e tequila con fiori di ibiscus, quindi floreale, colorato e fresco, con una crosta di sale messicano, paprika dolce e lime disidratato.

Un cocktail dedicato ad una donna?
Un cocktail elegante con base Champagne.
Chi sono gli ospiti di The Court?
Qui mi sento molto come a New York, ho riassaporato nel locale l’ambiente neworchese, gente che parla tutte le lingue, che conosce ciò che beve e sa quello che vuole. Gente piacevole con la quale si può crescere anche culturalmente anche solo parlando.
Matteo Zed si avvarrà della collaborazione di Gennaro Buono, Food & Beverage Manager del gruppo Manfredi.

Gennaro Buono, un’eleganza discreta senza eccessi la sua, uno scopritore di grandi bottiglie, un narratore del vino e di quel grande atto di amore, di fiducia e di speranza che è la vinificazione.
Per chi è stato pensato The Court?
In parte per i clienti dell’Hotel, che sono per la maggior parte stranieri. Ma The Court non vuole essere solo questo. E’ stato pensato ed è dedicato ad un pubblico italiano giovane. Sarà una sfida, perché in Italia è difficile portare le persone all’interno di un bar di un albergo, perché intimorisce entrare nella hall e superarla, cosa che all’estero solitamente non accade.
Quali vini fanno parte della carta che lei ha composto?
La mia è stata una scelta molto basica. Tutti i vini fermi sono italiani, invece come vini spumanti ci saranno un paio di Champagne, ma il focus del bar sarà la mixology.
Se The Court fosse un vino quale sarebbe?
Per il brio e l’energia che ci sarà lo paragonerei a uno Champagne, ma anche e soprattutto per quella parte di eleganza e di finezza che contraddistingue appunto lo Champagne.

Ad accompagnare i cocktail di Matteo Zed ci saranno i finger food di Giuseppe Di Iorio, Executive Chef del ristorante Aroma. Indiscusso Ambasciatore della cucina italiana nel mondo, Chef sempre capace di adeguare la tradizione all’evoluzione del gusto. I suoi piatti sono raffinate emozioni, sono l’arte che appaga i sensi. Il suo ristorante, uno dei più belli al mondo e la vista che se ne gode è l’abbraccio di Roma che sempre lascia incantati.

Cosa è The Court?
Il preludio o la conclusione di una serata indimenticabile da Aroma. E’ il connubio tra un grande barman, un luogo fantastico con un panorama unico al mondo e un’atmosfera suggestiva e romantica.

Il dolce solitamente si gusta per ultimo e quindi ultimo è Daniele de Santi chef pâtissier. I suoi dolci sono trionfi di golosità, magie per gli occhi e per il palato. Daniele inizialmente stupisce, rievoca piaceri infantili, magicamente riporta bambini, ma poi all’assaggio tutto cambia, erotiche seduzioni assalgono, avvolgono e deliziano e Roma, capace di astrarre, assolve, ogni volta, il suo compito…

Un ospite che arriva a The Court cosa può scegliere nella carta dei dolci?
Il mio primo maestro è stato francese e a lui mi sono ispirato. Quindi l’ospite potrà gustare: macarons, piccoli Saint Honoré e profiteroles, eclairs, tartellette, ma anche gelati e tutta la pasticceria secca. Saranno dolci di grande effetto anche se le preparazioni saranno più semplici di quelle di Aroma.
Se le chiedessi di scegliere lei un dolce per una delle ospiti di The Court cosa le offrirebbe?
Sicuramente un Monte Rosa. Un cremoso al lampone con lamponi cristallizzati all’azoto, meringa italiana, crema di yogurt e sorbetto ai frutti rossi.

Se The Court fosse un dolce sarebbe?
Sarebbe qualcosa di fresco e brioso, con le sfumature di colore del tramonto romano.

Questo è Tropico che rappresenta pienamente The Court.

THE COURT
Palazzo Manfredi
Via Labicana, 125
ROMA
39 06 69354581

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