Allo Stadio Olimpico di Roma, martedì 19 Aprile 2016, per un giorno non si è giocato ma si è fatta formazione. L’entusiasmo, la gioia, il tifo, la voglia di vincere delle grandi manifestazioni sportive, ma è sempre così quando in campo scende lo chef Antonino Cannavacciuolo.
Classe 1975,partenopeo, physique du rôle, barba e capelli neri come le ali di un corvo, sguardo magnetico, finto burbero, ma buono “come un pezzo di pane”.
Formazione nella scuola alberghiera di Vico Equense, esperienze lavorative nelle cucine di grandi chef stellati francesi, ma soprattutto accanto al grande Gualtiero Marchesi al Grand Hotel Quisisana.
Due stelle Michelin, ma anche tanta televisione, giudice di Master Chef e formatore in Cucine da incubo.
Chef patron del ristorante Hotel Villa Crespi di Orta San Giulio in provincia di Novara.
Perché lo Stadio Olimpico? Per raggiungere quante più persone possibile.
Perché questo evento? Per trasferire la conoscenza di un successo di impresa, ma soprattutto per motivare.
Giornata unica, intensa, uno show formativo, un pranzo per gli chef di oggi e di domani.
Una grande cucina all’aperto dove Antonino Cannavacciuolo si è esibito cucinando per 4 fortunati spettatori estratti a sorte tra il pubblico. Un maxi schermo, tante slide per comunicare e motivare.
Come scegliere i collaboratori, come imparare a creare un’empatia con i clienti, come riuscire a trovare il proprio “perché” per essere attrattivo e quindi vincente. Poi il potere dei sogni che fa superare gli ostacoli, ma soprattutto l’invito ad aprirlo il cassetto dei sogni.
Nella Cannavacciuolo Academy formatori di eccezione che si sono alternati sul palco.
Flavio Cabrini General Manager di OSM Network, esperto nella selezione e gestione del personale.
Stefano Quarta Restaurant Advisor.
Bruno Bruni venditore, formatore ed esperto della gestione del cliente in sala.
Rudy Bandiera blogger, scrittore e professore universitario, esperto di comunicazione e di marketing.
Fabio Fortuna rettore dell’Università Niccolò Cusano.
In questa occasione Antonino Cannavacciuolo ha voluto riproporre il primo piatto creato per Villa Crespi, conchiglioni con crema al gorgonzola, capesante, scampi, con centrifuga di mela verde e sedano rapa, un piatto innovativo, un incontro di sapori, l’inizio del successo…
Antonino ha invitato a non essere banali, a rendere unico ogni piatto, a scegliere prodotti di qualità, a far sì che in cucina non esistano scarti.
Poi il suo monito a fare squadra con i colleghi, ma soprattutto con il collaboratori, senza segreti, anche sul guadagno, a creare una famiglia e non uno staff.
Solo lavorando insieme si vince, allora via la rivalità tra la cucina e la sala, avanti con la rivalutazione della figura del cameriere che è colui che rappresenta l’immagine del ristorante, colui che crea il rapporto con il cliente, colui che lo spinge a tornare, a scegliere nuovamente il luogo dove ha vissuto un’esperienza unica.
In cucina ci vuole allegria, passione, continua ricerca anche di accostamenti inaspettati, ma soprattutto tenacia e costanza.
Questa è la ricetta che lo chef Antonino Cannavacciuolo ha voluto trasmettere.
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