Roma, rione Trastevere, il XIII, quello con la testa di leone d’oro sullo stemma. Il leone, simbolo di forza e di potere dell’Urbe e del carattere dei fieri trasteverini. Ed è proprio trans Tiberim, al di là del Tevere, che andiamo per conoscere il ristorante Ego Bistrot.
Per arrivare, il passaggio è obbligato in vicoli stretti dove i passi risuonano allegri sui sampietrini romani, dove gli antichi abitanti ballavano, nelle sere d’estate, la Forestiera, sbocconcellando polenta fritta zuccherata.
Ma per cercare il gusto di oggi e una vista romantica dobbiamo salire al quarto piano della Residenza Doria Pamphilj. Lì si apre Ego Bistrot, per un attimo si resta quasi rapiti, ma a Roma, d’altronde, è sempre così…
Poi finalmente si entra nel regno dello chef Andrea Quaranta. Ma vediamo di conoscere meglio lo Chef patron.
Andrea Quaranta nasce in Trentino, terra d’incontri, dove la cucina è ricca di sapore e di sostanza. Presto si trasferisce sulla Riviera dei Fiori, dove si vive l’eterna primavera, qui frequenta l’Istituto alberghiero introiettando il profumo del mare, delle erbe spontanee, ma anche i colori, i sapori e le “voci” che entreranno timidamente in ogni suo piatto. Dopo qualche anno arriva, forse per amore, a Roma e ben presto nella cucina del maestro Andrea Fusco. Al fianco dello Chef romano si forma e cresce, ne sono testimonianza alcuni dei piatti che presenta oggi nel suo ristorante Ego Bistrot.
Piatti creativi senza eccessi, perfetti gli accostamenti, come le cotture e le temperature. Si apre con l’ amouse bouche , una piccola esplosione di sapore. I piccoli semi di sesamo accarezzano un bocconcino di manzo, compagni sono la verza e un tocco di salsa all’arrabbiata.
Segue un crudo di ricciola con stracciatella, peperone a arachidi. Ricordo d’estate, sapori decisi, tanto colore.
Risotto cozze, rucola, ricci e pecorino. Piatto superlativo in cui tutti gli ingredienti vengono magistralmente lavorati rivelando tutto il loro sapore. Il pungente della salsa di rucola, l’ aromatico e leggermente piccante del pecorino, il profumo di mare del riccio e il gusto pieno della polvere di cozze.
Un piatto all’insegna della dolcezza è il Tortello di caprino, barbabietola, cipollotto e vaniglia bourbon. Una sfoglia consistente accoglie una farcia di caprino che sa di latte appena munto. La barbabietola con le sue note dolci e di terra esalta l’aroma del cipollotto, mentre la vaniglia dona una nota finale speziata e raffinata.
Capesante arrostite con pappa al pomodoro, kimchi di cetriolo e aglio nero. Il seduttivo gusto del mare incontra la terra con la freschezza del cetriolo e il gusto dolce e acido del pomodoro.
Sapore d’autunno, ma anche di “casa” dello Chef nella Terrina di coniglio cotto al vapore, salsa di fegato, crema di pinoli, nuvoletta di fungo porcino, olive taggiasche. Un piatto elegante in cui il porcino è il re incontrastato.
Si chiude in dolcezza con un biscotto al fois gras, pere, cioccolato bianco e pepe nero. Cioccolato e pera, altro non è, che un grande amore indissolubile.
Il vento di freschezza o meglio di gioventù tira, non solo in cucina, ma anche in sala dove, il servizio è informale, ma preciso, ritmato e veloce.
Una cucina che, partita in sordina nella calda e sonnacchiosa estate romana, oggi è pronta ad esprimersi al meglio. Assolutamente da seguire la sua evoluzione, perché Ego Bistrot è destinato a divenire un locale di tendenza.
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