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FIORI E SALUMI UN CONNUBIO PERFETTO

5 Aprile 2020 by gabriellapravato Leave a Comment

I fiori eduli per abbellire i piatti gourmet sono solo la moda del momento? Assolutamente no!

Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, infatti l’usanza di consumare i fiori, risale a migliaia di anni fa. Pare che gli antichi romani amassero rose, viole e soprattutto la malva, il fiore dalle mille virtù.

Tutti i fiori sono commestibili? Meglio fare un po’ di chiarezza e vediamo cosa “mangiare e cosa no”. Sono commestibili quasi tutte le erbe aromatiche, ma quelle da sempre rallegrano i nostri orti e i nostri balconi e completano i nostri piatti. Lo sono anche la rosa, il nasturzio, la begonia e la viola. Semaforo verde anche per la bocca di leone, l’achillea, la borragine, la calendula, l’aglio selvatico, l’arancio, il basilico, la camomilla, la carota e la onnipresente rucola.

Sono invece destinati a colorare solo i nostri giardini i fiori di oleandro, azalea e ortensia, perché terribilmente velenosi. Come il mughetto, candido, profumatissimo, bellissimo, ma tossico. Le anemoni annunciano sì la primavera, ma non possono abbellire i nostri piatti. Come è assolutamente da evitare il velenosissimo falso zafferano.

Fiori e salumi questo è il matrimonio perfetto, o meglio il piatto perfetto, che si trova in molti menù gourmet. Ma perché? Semplicemente perché si tratta di due ingredienti diversissimi tra loro, ma che, come due amanti della letteratura rosa, si completano, con grande successo, vicendevolmente.

I salumi apportano le proteine e la preziosissima vitamina B12 che i fiori non hanno. I salumi sono poveri di vitamina C e carboidrati, mentre invece i fiori ne sono ricchi. I fiori inoltre mancano di ferro e zinco, ma salumi suppliscono a questa loro mancanza.

I fiori poi possono essere definiti delle vere e proprie miniere di antiossidanti. Contengono composti fenolici, carotenoidi, vitamine e loro metaboliti. Li contengono soprattutto nelle loro coloratissime corolle, che attraggono api, bombi e lepidotteri.

Insomma fiori e salumi non sono solo colore e sapore, ma anche salute. E allora, siamo in primavera, non ci resta altro che acquistare fiori eduli per dipingere i nostri piatti, liberando la nostra fantasia.

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BEVETE PIU’ LATTE! GLI ALLEVATORI CHIEDONO AIUTO

24 Marzo 2020 by gabriellapravato Leave a Comment

Il consumo del latte è diminuito enormemente. Il Covid –19 ha colpito, anche se in maniera indiretta, anche gli allevatori.

L’Italia produce ogni anno 12 milioni di tonnellate di litri di latte, in 30.000 allevamenti dislocati in tutta la Penisola. Il latte è il primo alimento dell’uomo indispensabile per la vita e la crescita dell’organismo e uno dei più completi. Per il suo contenuto proteico, vitaminico e minerale è uno degli alimenti più economici se rapportato al suo valore energetico. Le proteine presenti in un litro di latte corrispondono a quelle di una bistecca di 150 grammi.

Il latte intero di mucca contiene grassi e zuccheri, vitamine A, B1, B2, sali minerali, potassio, calcio e fosforo. Le proteine fornite dal latte hanno un valore biologico nettamente superiore a quello di un qualunque altro cibo, compresa la carne, ad eccezione dell’uovo che lo uguaglia.

In questi giorni la domanda di latte è crollata con la chiusura di bar, ristoranti e mense. Le mucche però vanno munte due volte al giorno e allora, vista la grande offerta di latte, sono iniziati i primi comportamenti speculativi da parte di alcuni caseifici che hanno richiesto la riduzione del prezzo del latte. Il grido di allarme è arrivato da Ettore Prandini, il Presidente della Coldiretti, che propone di chiedere aiuto alle DOP Grana Padano e Parmigiano Reggiano, affinchè si rendano disponibili ad aumentare la produzione e poi gli stock.

La Cia-Agricoltori italiani ritiene necessario l’acquisto di solo latte fresco italiano e la disdetta dei contratti di fornitura stipulati all’estero. La ministra Bellanova ha promesso di sostenere il comparto con l’acquisto, per 6 milioni di euro, di latte UHT, prodotto con il latte crudo raccolto in questo periodo, da distribuire alle persone bisognose, oggi, ancora più sole e fragili. Prevedendo così di salvare dallo spreco 180.000 quintali di latte.

E allora consumiamo latte, ma anche burro, panna, yogurt, aiutiamo gli allevatori che, nonostante il pericolo di contagio, lavorano per tutti noi.

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AMATRICIANA TRADIZIONALE STG

13 Marzo 2020 by gabriellapravato Leave a Comment

L’Amatriciana dello Chef Andrea Fusco

Oggi 13 marzo 2020, la Salsa Amatriciana è stata iscritta, dalla Commissione Europea, sulla Gazzetta Ufficiale (GUUE L 77 del 13/03/2020), nell’elenco delle Specialità Tradizionali Garantite. Il numero delle STG italiane sale così a 301.

Nel 1935, Paolo Monelli, in uno dei suoi racconti del Ghiottone Errante, scriveva:

<<Spaghetti all’amatriciana impregnati dell’odor dell’armento che scende dai monti in polverosa migrazione, conditi con aglio, pepe, pomodoro fresco, ma soprattutto con guanciale di maiale e pecorino grattugiato>>

Facendo però un grave errore, infatti nella ricetta della Salsa Amatriciana l’aglio è assolutamente vietato. Mentre è vivamente consigliato l’uso del Pomodoro Casalino o Spagnoletta, perfetto in questo piatto per il suo sapore intenso e leggermente acidulo.

Oggi l’Amatriciana è tante cose:

l’Italia, quando si pensa a un piatto tipico;

Roma, quando di pensa ad un piatto da gustare nelle trattorie con tavolini all’aperto all’ombra dei monumenti vecchi di secoli di storia, ma anche e soprattutto da gustare nei ristoranti gourmet rivisitata dalla creatività di grandi Chef;

il simbolo della solidarietà, da quando la cittadina di Amatrice, che gli ha dato il nome, è stata colpita, insieme a tutto il centro-sud dell’Italia, da un terribile terremoto.

Da oggi però, dopo questo riconoscimento è anche il simbolo dell’Italia, calda, avvolgente, consolatoria e buona, proprio come un piatto di pasta e che oggi vale più di mille parole.

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GRANA PADANO E LA DIETA L.O.Ve.

7 Marzo 2020 by gabriellapravato Leave a Comment

Né carne, né pesce, ma una dieta latto-ovo-vegetariana è quella creata da Grana Padano.

Chi ama gli animali non li mangia, questa frase è divenuta per molti una filosofia di vita e allora Grana Padano è accorsa in loro aiuto creando una dieta sana, equilibrata e soprattutto gustosa.

Questo regime dietetico, al quale è stato dato il nome evocativo di L.O.Ve., è stato formulato dalla Dr.ssa Marzia Formigatti, dietista clinica, in collaborazione con la Dr.ssa Erica Cassani, medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione, sotto la supervisione del Comitato Scientifico ENGP.

Le vitamine sono le sostanze organiche presenti nei cibi d’origine animale e vegetale indispensabili per il funzionamento dell’organismo. Oggi sappiamo che possiamo abbandonare una dieta onnivora introducendo: frutta, verdura, legumi, frutta secca, semi oleosi, uova, latte e formaggi rimanendo in salute.

Per formaggi intendiamo il GRANA PADANO DOP, perché in grado di fornire le proteine ad alto valore biologico, con i 9 aminoacidi essenziali e la vitamina B12.

Oggi si richiede a più voci di diminuire il consumo di carne, non solo per ragioni etiche, ma anche e soprattutto per il suo disastroso impatto ambientale. Grana Padano, del quale si incentiva il consumo, può essere considerato un formaggio eco-compatibile. A parità di nutrienti ed energia, tra i derivati del latte ha un’impronta ecologica inferiore. Da uno studio condotto dall’Università Cattolica di Piacenza risulta che sul totale delle emissioni di CO2 dei latticini inseriti nella dieta media degli italiani, solo il 25% proviene dai formaggi stagionati. GRANA PADANO DOP, partendo dalla coltivazione dei foraggi, per alimentare le bovine, fino alla produzione della forma dopo la marchiatura, riesce ad assorbire Kg 70 di CO2. Questo assorbimento deriva dalla fotosintesi clorofilliana compiuta dai vegetali, in particolare il trinciato di mais, alimento cardine della dieta delle bovine da latte. Ed è proprio l’assorbimento di CO2 che compensa le emissioni di anidride carbonica che si hanno nel corso del processo produttivo.

Grana Padano permette a tutti di avere una dieta personalizzata gratuita, basterà andare sul sito www.dietalovevegetariana.it, per avere formulato il primo menù settimanale consultabile su smartphone, PC, tablet.

Buon appetito con la Dieta L.o.ve. e con GRANA PADANO DOP.

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CERCASI ALUNNI CASARI. LA SCUOLA DEL PARMIGIANO REGGIANO CHIAMA

7 Febbraio 2020 by gabriellapravato Leave a Comment

Sembra un titolo ad effetto, ma non è così. Nasce a Reggio Emilia la prima scuola che formerà i casari che saranno impiegati nella produzione del Parmigiano Reggiano.

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano organizza un corso a titolo gratuito di 4 mesi, da febbraio a maggio, aperto a 18 giovani casari, aiuto casari, garzoni già coinvolti nelle attività del caseificio.

Le finalità? Preservare la tradizione, le conoscenze, la qualità di un prodotto unico al mondo, che è il più conosciuto, ma anche il più imitato.

Profumato, pastoso, granuloso, una scheggia tira l’altra, proprio come per le ciliegie, questo è il Parmigiano Reggiano, l’unico formaggio che si produce oggi come quando è nato nei primi anni del 900, nelle abbazie benedettine e cistercensi, per conservare e consumare il latte delle bovine utilizzate per il lavoro dei campi.

Per comprendere meglio l’importanza di questo formaggio, fatto solo di latte, sale e caglio, bastano questi semplici dati: 330 caseifici, 2600 allevamenti, 10.000 forme prodotte al giorno, un giro di affari al consumo di 2,4 miliardi di euro.

Un lavoro nobile, ma duro è quello che saranno chiamati a svolgere i giovani casari. Infatti, il re dei formaggi si produce ogni giorno, 365 giorni all’anno, con il latte munto nelle due ore precedenti l’inizio della lavorazione. Un disciplinare di produzione severissimo lo tutela e vieta l’introduzione di insilati.

Una piccola terra le dà ogni giorno i natali, un fazzoletto tra le province di Parma, Modena e Reggio Emilia. Mantova, ma solo sulla destra del Po, Bologna, ma solo sulla sinistra del Reno.

Una preparazione lunga, un anno di stagionatura, e alla fine il marchio, il marchio a fuoco che ne attesta la perfezione.

Che altro dire? Giovani accorrete numerosi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano vi attende per trasmettervi un sapere raro e prezioso.  

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Gabriella

È inevitabile che vi racconti un po’ di me, mi chiamo Gabriella Pravato, vivo a Roma e ho una grande passione, il cibo. Il cibo è molte cose insieme... Leggi di più...

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